Report dell'iniziativa di ieri, cacerolazo, contro le politiche di austerità locale
Contro la banalità
dell’Austerità, dalla BCE a Rimini. Un bilancio comunale da
riscrivere.
Oggi 21 giugno dalle ore 17:30 alle 20:00 un
centinaio circa di riminesi hanno dato vita a un cacerolazo, ricco
d’interventi, di analisi critica e di rabbia degna contro gli
effetti della crisi economica. I contributi precisi e circoscritti
del consigliere comunale Fabio Pazzaglia si sono alternati con il
suono delle pentole. Le quali rappresentavano non solo le difficoltà
di avere uno stile di vita degno a Rimini, ma anche di pagare le
rette del mutuo, i bollettini dell’IMU, l’assicurazione della
macchina e le tasse universitarie. Termini freddi come spread
e patto di stabilità sono utilizzati dalla classe dirigente
europea e riminese per tutelare gli interessi di chi la crisi l'ha
provocata (le banche) e colpire i servizi essenziali: assistenza alla
persona, fondo regionale per l’affitto, politiche educative,
privatizzazioni selvagge, trasporto pubblico locale ect.)
In particolare gli interventi hanno toccato tre
temi:
1. Welfare
Nei documenti redatti dall'Amministrazione Comunale che costituiscono
il Bilancio 2012 emergono alcuni dati certi: la spesa corrente è
stata tagliata rispetto al 2011 di ben 4,4 milioni di euro. Di questi
tagli alla spesa più del 50% (2,4 milioni) ricadono sui settori
delle politiche
sociali e della
pubblica istruzione.
Questo è stato reso possibile da una operazione di riduzione
consistente della spesa, in particolare sul fronte del personale e
delle prestazioni di servizi. Parole dell'Amministrazione che
tradotte significano una cosa sola: tagli.
La spesa per
il sociale subisce il taglio più drastico
dai 27 milioni e 483 mila euro del 2011 si scende ai 25
milioni e 498 mila euro del 2012. Quasi 2 milioni di euro in meno!
La pubblica istruzione contiene i danni subendo un taglio di 400 mila
euro passando da 17 milioni e 193 mila euro a 16 milioni e 777 mila
euro. Per quest'ultimo tema sono previsti a partire dai vari
pensionamenti del personale comunale, esternalizzazione selvagge.
2. Fiscale: il governo nazionale non ha
inteso toccare i poteri forti, ovvero le banche e le speculazioni
finanziare. La giunta comunale non ha per nulla tentato di proporre
un disegno alternativo, perché non ha posto sotto accusa il
patto di stabilità e l’idea dell’IMU, come patrimoniale
diffusa, e particolarmente dolorosa per le fasci deboli (aliquota
aumentata allo 0,5% sulla prima casa). Nel territorio comunale,
inoltre, l’IMU non è stata applicata con una progressività
giusta. La tassa di soggiorno, per concludere, non è stata
applicata facendo appello a motivi tecnici poco credibili. Noi siamo
convinti che aver sottratto circa 8 milioni di euro ai
cittadini riminesi sia stato un grave errore . Non a caso i
manifestanti ha tenuto un proprio intervento sotto la sede della
locale Camera di Commercio, atto a sottolineare come lo scudo
fiscale sia una legge voluta dal presente parlamento, ma gli
imprenditori locali che hanno utilizzato tale tecnica per pagare una
tassazione fortemente minore rispetto agli altri commercianti e
operai siano un modello negativo.
3.Poliche del lavoro: il bilancio comunale dedica solo mezza pagina al tema centrale per
il distretto turistico: il lavoro gravemente sfruttato. In
queste brevi note la Giunta Comunale menziona accordi in prevalenza
antecedenti alla sua formazione. Noi crediamo che fino ad ora la
presente classe dirigente non ha fatto nulla a sostegno dei
lavoratori stagionali. In questa situazione in cui i salari si
abbassano di anno in anno e la paura di diventare disoccupato
scoraggiano tutti coloro che meditano di muovere vertenze, e
recuperare il denaro perso rispetto al contratto nazionale. La giunta
mostrerebbe il suo impegno solo se mettesse in campo denari e uomini
doppi rispetto al contrasto del commercio cosiddetto abusivo. Solo in
questa direzione ed istituendo un registro delle aziende
paraschiavistiche e quelle rispettose dei diritti si smarcherebbe
dal governo della forza lavoro con un cultura incentrata
sull’ipersfruttamento.
La piazza di oggi era determinata e matura. Era
cosciente che solo rendendo comuni le vertenze individuali e di
piccoli gruppi si può avere la speranza di vincere la misera
imposta dal governo delle Banche. Il presidio di oggi, con le sue
pentole e coperchi, ha messo a fuoco che solo un percorso duraturo e
propositivo può costruire spazi di alternativa alla dittatura
dell’Austerità. Proprio per questo motivo, è stato convocato un
cacerolazo in occasione del consiglio
comunale sul tema del lavoro gravemente sfruttato nel turismo.
Cittadini e cittadine che hanno partecipato al
cacerolazoRimini 22 giugno 2012
Galleria fotografica di Melissa Cecchini
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